Le relazioni parasociali sono i legami che instauriamo con le persone che entrano a far parte della nostra vita attraverso i media che consumiamo: come possono influenzare la tua vita?
Se sei un appassionato di serie tv, probabilmente ti sei affezionato a qualche personaggio, hai provato emozioni intense per le sue vicende, hai immaginato di conoscerlo nella realtà. Questo è normale, ma devi fare attenzione a non cadere nel tranello delle relazioni parasociali, ovvero dei rapporti unilaterali e illusori che si creano con le figure mediatiche. In questo articolo ti spiegheremo cosa sono le relazioni parasociali e perché si formano.
Le relazioni parasociali sono state definite per la prima volta negli anni ’50 dagli studiosi Horton e Wohl, come “la creazione inconscia di uno stretto rapporto con un personaggio pubblico, vissuta intensamente“. Si tratta di una forma di interazione immaginaria con una persona che vediamo sui media, ma che non sa nemmeno della nostra esistenza né tantomeno ci ricambia. Può trattarsi di una celebrità, di un personaggio immaginario, di un conduttore televisivo o anche di un cartone animato.
Il problema con le relazioni parasociali: non corrisposte, fondate su un’illusione
Le relazioni parasociali sono simili alle relazioni sociali reali, ma hanno la caratteristica di essere unilaterali e illusorie. Ciò significa che noi proviamo sentimenti ed emozioni nei confronti della figura mediatica, ma lei non ne sa nulla e non ci considera. Inoltre, noi non conosciamo davvero la persona, ma solo l’immagine che ci viene mostrata dai media, che può essere distorta o manipolata, recitata, del tutto finzionale.
Le relazioni parasociali si formano per diversi motivi. Uno di questi è l’identificazione con la figura mediatica, ovvero il processo per cui ci sentiamo simili a lei o vorremmo esserlo. Ad esempio, se guardiamo una serie tv e ci piace il protagonista, possiamo identificarci con le sue caratteristiche, i suoi valori, i suoi obiettivi o i suoi problemi. Questo ci fa sentire più vicini a lui/lei e ci fa percepire una relazione. Un altro motivo è l’empatia, ovvero la capacità di provare le stesse emozioni della figura mediatica. Ad esempio, se guardiamo una serie tv e vediamo il protagonista soffrire o gioire per qualcosa, possiamo provare compassione o felicità per lui e condividerle proprio come faremmo con un caro amico.
Un terzo motivo è la compensazione, ovvero il bisogno di colmare una mancanza o una insoddisfazione nella nostra vita reale. Ad esempio, se siamo soli o annoiati, possiamo cercare rifugio nei media e nelle figure mediatiche che ci offrono compagnia o divertimento. Anche l’attrazione fisica, chiaramente, gioca un ruolo importante: possiamo sviluppare un rapporto intenso ma del tutto fittizio con un personaggio che non ci ricambia e non avrà mai possibilità di farlo.
Al di là degli ovvi pericoli dell’instaurazione di una relazione parasociale, come l’isolamento sociale o la distorsione della realtà, ci sono anche dei benefici: un recente studio ha rivelato come questa possa essere utile a ridurre il senso di solitudine. Inoltre, immedesimarsi con il nostro personaggio preferito può fungere da “specchio”, insegnandoci cosa ci piace e cosa non ci piace delle nostre reazioni quando le vediamo sugli altri.
Alla fine di tutto, però, pare che ci sia una strategia di evitamento: se ci stanchiamo di questa relazione, possiamo facilmente eliminarla o sostituirla senza ferire nessuno, semplicemente cambiando canale.